Tra vent' anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prendete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite.
Mark Twain


20 marzo 2012

Viaggiatori 2.0

Quando mia madre mi regalò un mappamondo avrò avuto sì e no 9 anni, un' età di solito poco curiosa rispetto a quel genere di regali, un "aggeggio" senza il minimo movimento elettronico, nessuna lucina, né rumore, né rilievo.
E' rimasto lì, fermo per un pò di tempo sulla mensola sopra la scrivania, a prendere la polvere, a differenza del mio vecchio Commodore 64, indistruttibile schiaccia-sassi.
Solo con il tempo cominciai a navigare con le dita da un polo all' altro, alla velocità della luce, parallelo dopo parallelo... in luoghi che avevano nomi impronunciabili, ed altri famosi perché "visti alla tv".
Il mio primo viaggio all' estero, senza contare le vacanze con i miei genitori, è stato con la scuola, a Monaco di Baviera, e dopo di questo se ne sono susseguiti altri fino a "capitare" qui.
Da piccolo, anche se ero interessato più a giocare che a fare altro, guardavo i viaggiatori con grande ammirazione, mi sembrava che il mondo fosse così misterioso ed inesplorato, dove per esempio i Finlandesi erano diversissimi da noi, così come gli Indiani od i Maori... ricordo quei sabato mattina passati a guardare i documentari di Ambrogio Fogar e della Colò, uno disperso in un oceano del nord col suo fantastico compagno di viaggio e l' altra a contatto con chissà quale tribù dell' Africa... loro sì che viaggiavano!
Adesso internet e la tecnologia in generale ci hanno fatto fare grandi passi in avanti... puoi finire sotto ad una valanga ma con gli appositi strumenti vieni "ripescato" rapidamente, così come se ti perdi nel deserto o in mezzo al mare... diventa tutto più facile... o almeno è quello che le informazioni ci fanno credere.
La mia sensazione è che la tecnologia ci abbia fatti ammalare, facendoci credere che stiamo molto meglio di un tempo... è rimasta una necessità primaria quella della comunicazione, ma a differenza di un tempo, lo si fa in modo sterile, senza le classiche "due chiacchiere". Quando leggo di persone che per periodi se ne escono dall' Italia e se ne vanno all' estero, noto più un senso di tristezza e solitudine più che uno spirito ravvivato dalla naturale scoperta di un luogo sconosciuto, a volte sembra che i viaggi li facciamo più per raccontarli che per viverli... che se stiamo zitti vuol dire che non abbiamo niente di interessante da dire.
Ecco, dobbiamo condividere tutto... "se non me lo dici è perché non l' hai fatto"... pare proprio che non ci possa più essere niente omissibile alle fauci di Facebook o Twitter.
Saremmo lo stesso tali "grandi viaggiatori" se non avessimo internet a coprirci le spalle?

08 marzo 2012

Italia = Mangiare

Con il caldo di queste ultime settimane una buona insalata di tonno a pranzo ci sta sempre bene.
Il tonno è un tantino caro, che il cibo sia caro non è una novità, ma ogni tanto, quando anche la pigrizia di mettersi ai fornelli vince, ci si butta su un piatto veloce ed estivo.
Sul tonno (come anche su altri tipi di cibo) sono particolarmente pugn#tta... insomma non mi piace mangiare gli scarti, per cui le scatolette col tonno tritato se le mangia qualcun altro, non mi fido, punto più in alto, senza cercare il "pinna arcobaleno", mi butto sul primo tonnetto magari confezionato in tranci... dici che è troppo!?
Va beh dai... mi accontento anche del solido, purché sia immerso in olio d' oliva, sì un buon extra vergine.
No!?
Va beh, mi accontento del fatto che sia olio d' oliva... niente olio d' oliva!? Magari uno di semi!?
Di soia!? Visto che ce n'é così tanta...
No, nemmeno quello...
Ok, abbasso il tiro.
I miei occhi si incrociano, le mie manine girano e rigirano questa impolverata scatoletta poco appetibile, cerco di leggere che cavolo sto per mangiare.
C'è scritto: "tonno solido in olio commestibile".
Ah grazie, volevo vedere se lo immergevi in olio di ricino li mortacci tua!!!
Cosa devo fare... lo compro!
E' interessante... dico il modo di valutare una singola parola... per me una cosa commestibile desta non pochi sospetti.
A noi italiani non basta che sia commestibile... il fatto che lo sia è così scontato che solo il fatto di dirlo fa incazz#re!

Una serata a cena con gli amici.
- Allora? Come ti sembra il mio pollo arrosto?
- Mmm... sì... sembra commestibile!
Tre infiniti secondi di silenzio e...
- Ma vaffanculo và!

03 marzo 2012

La terra delle banane (!?)

Quando ero in Italia guardavo al Brasile come un paese diverso sotto tanti aspetti, "vedevo" tanta spiaggia, tanto verde, tanta gente allegra, tanta criminalità, tanta musica, tanta gente di colore, tanta frutta, e così via.
Poi sono arrivato qui, ho visto che di spiaggia ce n'è ma è incomparabile alla quantità di terra, sterminata e ricchissima di verde, di campi destinati al pascolo o ancora lasciati alla natura, e persino di deserto.
La gente è più allegra? Questo non lo so ma di sicuro è più spontanea, generalizzando ha meno filtri e per questo si lascia trascinare dall' ambiente che li circonda, ride ad alta voce, si veste come gli pare, in molti si sp#ttanano lo stipendio fino all' ultimo centesimo, urlano al telefono come matti (quando si arrabbiano ovviamente).
Parlando di criminalità di sicuro c'è ma la percezione e le precauzioni da prendere sono diverse, di solito chi commette un reato lo fa perché non ha altra scelta, magari è giovane ma ha già dei figli da sfamare.
La musica è in ogni angolo, dalla più animata alla più sognatrice... tutti hanno una passione per la musica, fa parte della vita di tutte le persone che ho conosciuto, e penso che nessuno si sognerebbe di dirmi che la musica va bene solo per una bella tromb#ta, come mi disse il mio primo capo in Italia.
Il mito della gente di colore è "fantastico"... c'è ancora della gente che non sa che qui ci sono delle persone "bianche" come noi (è incredibile porca p#ttana!!!)... in molti pensano che le donne girino con in testa il casco delle banane! In questa mia ultima vacanza in Italia un amico ha urlato a me e mia moglie durante una serata: "siete brasiliani... ballate!!!".
Nella mia classifica di idiozie penso che questo fosse lo "slogan" più stupido mai sentito, ma va beh, voglio pensare che fosse molto ubriaco.
Il discorso lavoro è anche questo molto diverso da quello che si conosce... ci sono persone che fanno poco o niente, ed è quello che tutti pensano, ma per far sì che il Brasile sia così in corsa in questi ultimi anni c'è gente che lavora a ritmi che molti di noi nemmeno immaginano.

Quanto scritto qui è ancora una volta un generalizzare, è la mia visione sul posto, è vero, ma mai esaustiva di un paese così grande e complesso come il Brasile, e nemmeno dello stato di Santa Catarina, dove mi trovo... rimane "solo" un' opinione di chi ha vissuto delle esperienze in determinati luoghi e con un certo punto di vista.
Di sicuro agli occhi la visione risulta più facile che alla mente, quella non si dà limiti.
In fondo pensare al Brasile come un paese diverso è cosa giusta, e non ci vuole un genio per capirlo, ma allo stesso tempo diventa un limite se prendiamo un pregiudizio come verità... le cose vanno conosciute direttamente.